RASSEGNA
STAMPA "SPOT TORNATORE"
4 luglio 2002
REPUBBLICA
Lo Spot che non andrà in onda
-Rai e Mediaset non vogliano trasmettere la campagna contro l’Alzheimer
girata da Tornatore-
Michele Serra
Oggi a Roma verrà
presentato al pubblico uno spot che non s’aveva da fare. Nel senso che
Rai e Mediaset probabilmente non trasmetteranno mai, con la tipica sintonia
che di questi tempi affratella i due palinsesti. Lo spot, ideato dal copy
Roberto Gorla per la regia di Giuseppe Tornatore, è stato realizzato
per l’Aima e mette a fuoco la questione del morbo di Alzheimer. Si vede
un vecchio sconvolto che entra in Parlamento sbraitando e gesticolando e viene
portato via dai commessi.
Voce fuori campo
“Quest’uomo ha una grave malattia, le istituzioni hanno una malattia
più grave, l’indifferenza”.
Non Eufemistico, molto politico e molto diretto. Le suddette istituzioni,
concetto tanto imponente quanto generico, avrebbero, sulla carta, le spalle
sufficientemente larghe per resistere all’irruzione virtuale in Parlamento
di un anziano demente. Ma dev’essere scattato in qualche ufficio del
duopolio un simmetrico “chi ce lo fa fare?” che non chiameremo
censura (cosi come non chiameremo regime un assetto televisivo cosi lietamente
compatto), ma più semplicemente pavidità.
La censura quanto tale, pur serbando i suoi strumenti consunti, e, in casi
come questi, una falsa pista. Richiede, tra l’altro, un minimo di coraggio
d’opinione, perché come tutte le sentenze deve ricorrere a un
giudizio e a una motivazione. Nel caso dello spot di Tornatore, invece, è
facile immaginare quel tipo di silenzio gommoso, di rinvio burocratico, di
omissione di scelta, di quieto vivere che è il perfetto humus dal quale
germina il conformismo. Non c’è bisogno di dire “ no”.
Basta dire “vedremo, ci penseremo”, basta allargare le braca stupiti
di fronte alle rimostranze e ai cattivi umori dei rimandati e degli oscurati,
e la figura del prepotente (isterico, per giunta) la farà questo o
quel artista, questo o quel comunicatore che protesta platealmente per un
“normale” congelamento della messa in onda.
Nel gioco delle parti tra le due aziende padrone del 99 per cento dell’etere,
è facile intuire che Mediaset, solidamente ancorata alla sua missione
commerciale, potrà ben dire che questo genere di campagne è
tipicamente Rai, dunque se la sbroglino in viale Mazzini. Mentre la Rai, da
sempre più istituzionale che pubblica, assomma ai suoi vecchi scrupoli
perbenisti le nuove sudditanze filogovernative, e può accuratamente
appellarsi ai famosi “obblighi del servizio pubblico”, formuletta
tirata in ballo, guarda caso, sempre quando si parla di fare un passo indietro
(questo no, quest’altro nemmeno) e mai quando si tratterebbe di osare
qualcosa di più, per servire il pubblico, appunto.
Può anche darsi che lo spot di Tornatore sia reo di qualche sconvenienza,
ma è lampante, ormai, che la sconvenienza è tale, in televisione,
solo quando si sfiora l’argomento politico. Il resto è tutto
lecito, violenza e volgarità, e rispetto al vecchio monopolio bernabeiano
il sesso è stato promosso da tabù assoluto a pane quotidiano.
Ma la politica, anche se coinvolta in un generico J’accuse come nello
spot in questione, fa drizzare le antenne, fa scattare omissioni e insabbiamenti,
purgare i palinsesti, allontanare i giornalisti. Fa quanto meno innervosire
dirigenti di nomina politico-aziendale (difficile distinguere, da quando i
due concetti coincidono e sventolano su Palazzo Chigi) che hanno il terrore
di indisporre chi li ha messi lì.
Verremo informati nei prossimi giorni, che la censura c’entra niente,
che c’erano dei tempi tecnici da rispettare, e via smussando gli angoli.
La cultura dell’eufemismo lievita di pari passo con quella del conformismo.
Tornatore e il suo spot ripassino tra un po’, può darsi che il
dirigente preposto fosse fuori ufficio, magari prima o poi tutto si sistema,
che bisogno c’è di offendersi, che bisogno c’è di
offendere...
Purtroppo l’invito alla tranquillità e alla serenità,
in questo scorcio della storia italiana, televisiva e non, non profuma di
buone intenzioni, ma puzza di cloroformio.
4 luglio 2002
L'UNITA'
Quello spot non s’ha da vedere
Rai e Mediaset contro la campagna anti-Alzheimer: offende le istituzioni
Gabriella Gallozz
Roma: Una seduta
parlamentare . Toni violenti, discussioni accese, voci alte. All’improvviso
entra in aula un anziano signore. Ha l’aria spaesata, si guarda intorno
e poi caccia un urlo angosciante, Improvvisamente cala il silenzio. Gli sguardi
dei parlamentari sono punti interrogativi. In un attimo il presidente della
camera chiama i commessi che trascinano via di peso il poveruomo. A questo
punto la voce fuori campo recita: “Quest’uomo ha una grave malattia,
l’Alzheimer, le istituzioni hanno una malattia più grave: l’indifferenza”.
E’ questo il nuovo spot dell’Aima (l’Associazione italiana
malattia di Alzheimer), firmato da Giuseppe Tornatore che forse non vedrete
mai in tv. Sì, perché Rai e Mediaset, a quanto pare, hanno deciso
di non mandarlo in onda. Troppo forte, addirittura offensivo per le istituzioni
spiega, in una nota, la tv privata del nostro presidente del consiglio. Tanto
da ravvisarvi “aspetti di vilipendio nei confronti delle assemblee legislativa,
delle quali si dà per scontata un atotale indifferenza nei confronti
del problema dell’Alzheimer”. In altre parole, censura.
E la Rai? Per il servizio pubblico si è trattato di una sorta di “malinteso”.
“Alla Rai non è stata presentata alcuna richiesta per la trasmissione
dello spot – si legge in una nota -. Oltre un mese fa c’è
stato solo un contatto telefonico con l’agenzia Carat – la società
che si occupa della diffusione dello spot n.d.r. - , alla quale sono state
spiegate le procedure per questo tipo di campagne sociale. Da allora non ci
sono stati altri contatti né con l’Aima né con la Carat”.
Insomma, lo spot di Tornatore, almeno per il momento non sarà trasmesso.
Ma, intanto, sarà presentato questa mattina alla Camera dalla stessa
Aima, l’Associazione che da sempre si batte contro il dramma dell’Alzheimer
e che già negli anni precedenti ha realizzato altre campagne di sensibilizzazione,
una delle quali firmata da Dario Argento. Stavolta lo spot “incriminato”
è stato ideato dalla società milanese Gorla e Adpress, di Roberto
Gorla. Ed è lo stesso creativo a spiegare la “necessità
di scuotere” l’opinione pubblica. “L’Alzheimer –
spiega Gorla, cinquantenne, tra i pochi italiani ad aver vinto un Leone d’oro
al festival della pubblicità di Cannes con Silenzio: Parla Agnesi –
è un problema gravissimo. Non ci sono aiuti e interventi da parte dello
Stato: né per i medicinali, molto costosi, né per gli ambulatori
e le strutture di rieducazione. Mi sono chiesto: chi sono quelli che dovrebbero
occuparsi della cosa? I politici, evidentemente. La sede più adatta
per uno spot sull’indifferenza era dunque il Parlamento”.
Per questo Gorla ha avuto l’idea dell’anziano che reclama attenzione
e viene cacciato dai commessi della Camera. “In fondo, quel malato ignorato
e respinto è anche l’Aima – commenta Gorla – visto
che l’Associazione chiede, da anni, almeno la gratuità per quei
medicinali che sono in grado di rallentare il decorso della malattia, ma nulla
è stato fatto. Avevo già ideato lo spot diretto da Dario Argento.
Ma da allora ad oggi nulla si è mosso”. Gorla spiega perché
la questione è tanto importante: “C’è una ricaduta
sociale dell’Alzheimer: in assenza di aiuto dello stato, tutto è
a carico della famiglia con conseguenze enormi non solo dal punto di vista
economico. Con un malato in casa, infatti, almeno uno della famiglia non può
lavorare e deve occuparsi di lui giorno e notte. E’ un elemento di crisi
e di disgregazione che l’Aima verifica tristemente anno dopo anno”.
Intanto la polemica intorno allo spot ha subito suscitato le reazioni del
governo. Il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, senatore di An, si
sente subito chiamato in causa: lui vuol difendere le istituzioni. “Senza
entrare nello specifico della campagna, nel piano sanitario all’Alzheimer
– spiega – e stiamo anche favorendo nuove forme di sperimentazione
dell’assistenza. Per l’Alzheimer e gli anziani, nel prossimo documento
di programmazione economica e finanziaria c’è una ulteriore sottolineatura
per trovare nuove risorse e quindi metter in atto maggiori interventi”.
Certo, ha ammesso, “per vedere risultati ci vorrà del tempo”.
Quel tempo, però, che i malati di Alzheimer e le loro famiglia non
lo possono aspettare. L’urgenza di strutture di sostegno, aiuto e appoggi
per chi vive quotidianamente questo dramma, infatti, è sempre più
pressante. E deve essere resa ben visibile, non certo oscurata come stanno
facendo le televisioni “Raiset”. Ma intanto, in aiuto del difficile
lavoro di sensibilizzazione al problema, per esempio, è stato realizzato
un film, in questo senso, importante. E’ Tempo vero di Daniele Segre,
regista impegnato da sempre a dare visibilità alle realtà più
difficili e dimenticate. Nel suo film, realizzato nella scorsa stagione per
la giornata mondiale dell’Alzheimer, Segre ci porta nelle esistenze
dei famigliari che giorno per giorno devono fare i conti con le difficoltà
e i disagi dei loro parenti colpiti dalla malattia. E sono racconti che testimoniano
il desiderio di vivere la malattia con umanità e affetto e non solo
come un problema logistico.
Un film coraggioso per sollecitare una riflessione su un dramma che coinvolge
milione di persone. Ma che, come ci rivela il caso scoppiato intorno allo
spot di Tornatore, non deve turbare più di tanto le coscienze delle
istituzioni che per questo governo, evidentemente, vengono prima dei bisogni
dei cittadini.
4 luglio 2002
IL MATTINO
Spot ambientato in Parlamento non piace alle tv
Una pubblicità sugli ammalati di Alzheimer
Andrea Santini
Roma. C’è
una “malattia grave”, l’Alzheimer, ma ce ne è una
ancora più grave, “l’indifferenza delle istituzioni”:
almeno così sostiene lo slogan che chiude lo spot dell’Aima,
l’associazione che lotta contro l’Alzheimer e che non sembra piacere
a Rai e Mediaset. Entrambe le tv, infatti, hanno deciso di non trasmetterlo.
La denuncia viene proprio dall’Aima, che ogni anno da tre anni propone
alle tv uno spot per sensibilizzare l’opinione pubblica. Lo scorso anno
il regista fa Dario Argento; quest’anno il filmato porta la firma del
premio Oscar Giuseppe Tornatore.Ma è il contenuto a non aver convinto
la tv di Stato e quella commerciale. Lo spot è ambientato in Parlamento
dove, a un certo punto, entra un uomo anziano che punta il dito contro il
presidente e comincia a sbraitare alzando le mani al cielo. Viene portato
via di peso da due commessi per ordine dello stesso presidente e lo spot si
chiude con una voce fuori campo che dice: “Quest’uomo ha una grave
malattia, l’Alzheimer, le istituzioni hanno una malattia più
grave, l’indifferenza”.
L’Aima assicura di aver inviato lo spot alla Rai tramite l’agenzia
Carat un mese fa e di non aver avuto segnali. Nonostante la messa in onda
fosse prevista per luglio. “C’è stato solo un contatto
telefonico con l’agenzia Carat ma nessuna richiesta per la trasmissione
dello spot sull’Alzheimer”, ha precisato in serata una nota Rai,
cui “non è stata presentata alcuna richiesta per la messa in
onda”. Quanto a Mediaset, il no di Publitalia, cui lo spot è
stato inviato, è stato subito esplicito. (“al momento non ci
sono spazi”, la motivazione ufficiale), con l’aggiunta di un commento
del tipo: “...in fondo siamo sempre Mediaset”. Ma in serata la
tv commerciale ha emesso una sua nota in cui si motiva il no con il fatto
che lo storyboard dello spot presenta “ aspetti di vilipendio nei confronti
delle assemblee legislative, delle quali si dà per scontata una totale
indifferenza nei confronti del problema dell’Alzheimer”. Ovviamente,
“la sensibilità di Mediaset nei confronti della difficile condizione
dei malati di Alzheimer è fuori discussione”.
Lo spot, ideato dal copyrighter Roberto Gorla, sarà presentato oggi
alla stampa a Roma. La stessa Aima gli aveva chiesto un messaggio “forte”,
che colpisce al cuore, che “scuotesse e non passasse inosservato”:
“Alzheimer – spiega Gorla, cinquantenne, tra i pochi italiani
ad aver vinto un Leone d’oro al festival della pubblicità di
Cannes con “Silenzio: parla Agnesi” – è un problema
gravissimo.
Non ci sono aiuti e interventi da parte dello Stato: né per i medicinali,
molto costosi, né per gli ambulatori e le strutture di rieducazione.
Mi sono chiesto: chi sono quello che dovrebbero occuparsi della cosa? I politici,
evidentemente. La sede più adatta per uno spot sull’indifferenza
era , dunque, il Parlamento”.
Il creativo milanese precisa comunque che Rai e Mediaset “hanno preso
la loro decisione, ammesso che sia definitiva, sulla base della sceneggiatura,
pronta effettivamente già da un mese. Ma lo spot probabilmente non
lo hanno ancora visto, perché è stato terminato in post-produzione
solo da pochi giorni”.
Nella polemica si inserisce anche il viceministro della sanità Cursi
(An): “Nel piano sanitario nazionale c’è un riferimento
specifico all’Alzheimer e stiamo anche favorendo nuove forme di sperimentazione
dell’assistenza. Per l’Alzheimer e gli anziani, nel prossimo documento
di programmazione economica e finanziaria c’è un ulteriore sottolineatura
per trovare nuove risorse e quindi mettere in atto maggiori interventi. Certo
– ha ammesso – per vedere risultati ci vorrà del tempo”.
5 luglio 2002
L'UNITA'
Spot sull'Alzheimer, l’indifferenza continua
La maggioranza continua a fare muro e si oppone al passaggio televisivo: "C’è
un messaggio politico". Perché? Perché si parla di giustizia
Gabriella Gallozzi
Roma. Lo spot
di Tornatore contro l’Alzheimer diventa un caso politico. Dopo lo stop
alla messa in onda su Rai e Mediaset adesso sono i parlamentari della maggioranza
a schierarsi contro.
Ieri mattina il filmato prodotto dall’Aima (Associazione italiana malattia
di Alzheimer) e ideato da Roberto Gorla è stato presentato nella sala
stampa della Camera di fronte a numerosi deputati della commissione Affari
sociali di Montecitorio. Poiché lo spot è proprio loro che chiama
in causa. Assistiamo, infatti, ad una seduta parlamentare molto animata. Si
discute sull’ordine del giorno. E quando si arriva a parlare della riforma
della giustizia scoppia il caos. Un deputato dell’opposizione si alza
in piedi e dice: “La giustizia si riforma con l’autonomia !”.
Vociare, grida. Poi arriva l’anziano signore dall’aria spaesata
che caccia un urlo angosciante. Si fa silenzio in aula, ma il presidente dà
ordine ai commessi di trascinare via di peso l’uomo. Mentre la voce
fuori campo stigmatizza: “Quest’uomo ha una malattia molto grave:
l’Alzheimer, ma le istituzioni hanno una malattia più grave:
l’indifferenza”.
Non c’è che dire, il messaggio è forte. Ma quello che
non è andato giù ai parlamentari della maggioranza è
la “battuta” sulla giustizia. Per Pier Giorgio Massidda, capogruppo
di Forza Italia alla commissione Affari sociali “quello che passa è
un messaggio politico e partitico. Il riferimento alla giustizia non è
affatto casuale. In questo spot c’è un secondo messaggio che
non accetto. Se condivido che si lanci un appello forte per la lotta all’Alzheimer,
non posso invece trovarmi d’accordo sul riferimento alla riforma della
giustizia che altro non è che una strumentalizzazione per altri fini.
Dello stesso avviso anche Carmelo Porcu di Fu, secondo il quale lo spot “spacca
il fronte e crea malessere”. E ancora Chiara Moroni del Nuovo partito
socialista che lo definisce “un esempio un po’ deteriore del rapporto
tra maggioranza e opposizione”. Risultato?
La maggioranza si oppone alla messa in onda dello spot. Tanto che non firmerà
la lettera ai presidenti di Rai e Mediaset “per sollecitare l’attenzione
su un problema gravissimo” e spingere le reti alla messa in onda del
filmato. Proposta, questa, lanciata da Augusto Battaglia dei Ds e da altri
parlamentari dell’opposizione che ieri mattina hanno manifestato la
loro solidarietà all’Aima srotolando uno striscione davanti a
Montecitorio con scritto: non dimentichiamoci di chi dimentica. In una nota,
Augusto Battaglia, capogruppo dei Democratici di sinistra, sottolinea che
alla provocazione il mondo politico può dare due sole risposte: “quella
di adoperarsi, come farò sollecitando un intervento strategico del
presidente della commissione Vigilanza, affinchè lo spot sia proiettato
sulle reti Rai e su quelle private; o di mostrare concretamente attenzioni
e sensibilità al problema, approvando le proposte di legge giacenti
in Parlamento”.
Intanto Patrizia Spadin, presidente dell’Aima ha scritto ai presidenti
di Senato, Camera, Rai, Commissione di vigilanza e Mediaset per “ottenere
un atto di sensibilità e solidarietà, che in qualunque paese
civile è un atto dovuto, affinché usiate la vostra autorevolezza
per cancellare gli effetti devastante di questa contagiosa malattia: l’indifferenza”.
Per questo Patrizia Spadin non riesce proprio a spiegarsi il giudizio “negativo”
espresso dai parlamentari di Forza Italia nei confronti dello spot. “sono
un po’ perplessa – dice – e credo che non abbiamo colto
al meglio il messaggio. Il filmato, infatti, non è antigovernativo,
ma contro le istituzioni che non tutelano i malati. E per istituzioni intendo
regioni, comuni, province e anche parlamento, tutti inadempienti. Come inadempienti
sono stati anche i governi precedenti a questo”. Anche Giuseppe Tornatore,
poi, prende le difese dello spot incriminato. “Il tema è talmente
importante e lo script di Roberto Gorla è così forte –
precisa il regista in una nota – da non lasciarmi dubbio alcuno. Spero
proprio che il breve filmato possa contribuire con la sua vena provocatoria
a far crescere la sensibilità dell’opinione pubblica e delle
istituzioni sulle problematiche connesse ad una malattia così grave”.
Complimenti al “cittadino-pubblicitario Gorla e auguri al nostro Parlamento
perché decida per il bene di queste famiglie disgraziate e per la libertà
di comunicazione” vengono infine dal presidente dell’Associazione
italiana imprese di comunicazione (Assocomunicazione) Enrico Montangero. Adesso,
dunque, si attende qualche segnale da parte delle televisioni.
8 luglio 2002 CLARENCE.COM
Rai e Mediaset insieme contro l'Alzheimer
Una notiziola.
Una quisquiglia. Una carabattola. Ma emblematica del clima da medioevo del
terziario avanzato che stiamo vivendo. Eccola, la notizia: il regista premio
oscar Giuseppe Tornatore gira uno spot per l’Aima (Associazione italiana
malati di Alzheimer). Un bel Pubblicità Progresso che viene regolarmente
inviato alle reti Rai e Mediaset per la messa in onda gratuita. Solo che inonda
questo pot non va. Mediaset visiona lo story board e immediatamente lo cestina
(alias, lo censura). La Rai manco si degna di dare una risposta: non lo trasmette,
punto e basta. Un’ordinaria storia di censura da basso impero che sarebbe
passata in sordina se Dagospia non l’avesse rivelata urbi et orbi. Sono
subito scoppiate polemiche e dibattiti, ma i redatori del sito di Roberto
D’Agostino non si sono lasciati impressionare dalla fanfara. E oggi
hanno raddoppiato il loro meritorio scoop con la pubblicazione dei video incriminato.
Ma cosa c’è di cosi scottante in questo spot? Com’è
possibile esercitare la censura su una malattia cosi terribile? Domande che
trovano risposta solo mettendosi nei panni ( e nella consolidata leccaculaggine
verso i padroni) dei burocrati dell’ormai regime unico televisivo Rainvest.
Nello spot accade infatti che un anziano signore si aggiri spaesato nell’aula
del Parlamento, tra onorevoli che discutono e litigano forsennatamente sulle
sorti del Paese (o sulla quantità di poltrone da spartirsi...). Nessuno
se lo fila, fino a quando il povero vecchio arriva davanti al presidente della
nobile assise e comincia a urlare, alzando le mani al cielo. A questo punto
entrano in scena due commessi che lo prendono e lo accompagnano fuori da Montecitorio.
Irrompe una voce fuori campo: “Quest’uomo ha una grave malattia:
l’Alzheimer, Le istituzioni hanno una malattia più grave: l’indifferenza”.
Fine, titoli di coda, info per contattare l’Aima.
Apriti cielo. Delitto di lesa maestà parlamentare. I burocratici Rainvest
devono aver pensato alle telefonate che avrebbero ricevuto dall’alto.
E allora si sono fatti più realisti del re e hanno messo la sordina
allo spot. Solo che avevano fatto i conti senza l’oste: in questo caso,
Dagospia, le sua fonti e Clarence. Che hanno messo a nudo il re e i suoi meschini
scherani, mettendovi a disposizione online lo spot censurato. Scaricatelo
qui sotto e vedete quello che non vogliono farvi vedere.
13 agosto 2002
L'ESPRESSO
L'ammalato può attendere
Oreste del Buono
Lo spot di Giuseppe
Tornatore per l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer descrive
il Parlamento italiano come una perenne gazzarra e i parlamentari come irresponsabili:
non è del tutto realistico, ma è molto efficace. Si discute
animatamente nell’aula di Montecitorio (la location è l’università
di Pavia). Centoventi parlamentari dibattono sulla giustizia: chi urla, chi
obietta, il presidente scampanella chiedendo ordine e silenzio. Intanto un
sessantenne pallido e scapigliato (è Lionello Turrini) è entrato
nell’aula, viene avanti con aria spaesata e smarrita, emette un grido
straziante di dolore e di esasperazione, viene bruscamente avviato verso l’uscita
dai commessi. Slogan: “Quest’uomo è malato di Alzheimer,
le istituzioni di una malattia ben peggiore: l’indifferenza”.
L’associazione richiede quindi aiuto e sostegno a quegli stessi parlamentari
che un poco demagogicamente vengono considerati interessati soltanto ai fatti
propri o a problemi astratti. Si può non condividere l’impostazione,
che ha infatti provocato non poche polemiche e qualche rifiuto alla messa
in onda: ma l’effetto è senz’altro convincente. Alla campagna
sociale tutti hanno collaborato senza compenso.
E hanno scritto
di noi anche:
1 giugno 2002 - LA PROVINCIA PAVESE - Il regista Tornatore gira
a Pavia lo spot denuncia
2 luglio 2002 – ANSA - Spot Alzheimer: da domani su TELE+
4 luglio 2002 – ADNKRONOS - Presentazione dello spot di Tornatore
per L’Aima
4 luglio 2002 - L'UNITA' ON-LINE - Spot sull’Alzheimer, l’indifferenza
continua – Gabriella Gallozzi
4 luglio 2002 - RADIO 24 - Tornatore: “una vena provocatoria per
sensibilizzare l’opinione pubblica” – Dario Ricci
4 luglio 2002 - RADIO 24 - Spadin: lettere aperte ai presidenti di Camera
e Senato – Dario Ricci
4 luglio 2002 - RADIO 24 - Lo spot che divide i deputati – Dario
Ricci
4 luglio 2002 - RADIO 24 - Alzheimer e tv: ecco lo spot della discordia
– Dario Ricci
4 luglio 2002 – LIBERAZIONE - Spot sull’Alzheimer punta il
dito sulle istituzioni. E non passa in tv
4 luglio 2002 - NAZIONE - GIORNO– RESTO DEL CARLINO- Alzheimer:
spot e polemiche
4 luglio 2002 - IL MESSAGGERO- Spot di Tornatore sull’Alzheimer
rifiutato dalle tv
4 luglio 2002 – LEGGO - Alzheimer, polemiche per lo spot boicottato
di Tornatore
4 luglio 2002 - CORRIERE DELLA SERA- Spot di Tornatore sull’Alzheimer.
Ma le tv non vogliono trasmetterlo – Renato Franco e Maria Volpe
4 luglio 2002 – LIBERO - Rai e Mediaset bocciano spot di Tornatore
– Fabio Santini
4 luglio 2002 - IL GIORNO - Alzheimer: spot e polemiche
4 luglio 2002 - IL TEMPO - Rai e Mediaset respingono lo spot sull’Alzheimer
4 luglio 2002 - LA STAMPA - L’Aima: le tv rifiutano lo spot sull’Alzheimer
ambientato in parlamento
4 luglio 2002 - IL MESSAGGERO - Spot sull’Alzheimer, Rai e Mediaset
lo rifiutano – Alberto Guarnieri
4 luglio 2002 - LA REPUBBLICA - Il nuovo spot sull’Alzheimer bocciato
da Rai e Mediaset
4 luglio 2002 - LA REPUBBLICA - “Provoco ma per sensibilizzare”
– Maria Pia Fusco
4 luglio 2002 - L'UNIONE SARDA - Alzheimer, spot “forte”
4 luglio 2002 - LA NUOVA SARDEGNA - Bocciato lo spot di Tornatore
5 luglio 2002 - LA REPUBBLICA.IT - Quello spot che non andrà mai
in onda in televisione – Michele Serra
5 luglio 2002 - LA REPUBBLICA.IT - Tornatore: “Provoco ma per sensibilizzare”
5 luglio 2002 - LA REPUBBLICA.IT - Il nuovo spot sull’Alzheimer
bocciato da Rai e Mediaset – Maria Pia Fusco
5 luglio 2002 - cORRIERE DELLA SERA- Rai e Mediaset rifiutano spot di
Tornatore
5 luglio 2002 – METRO - Polemiche politiche per lo spot di Tornatore
5 luglio 2002 - SPECIALE.COM - Spot Scandaloso “La visibilità
a tutti i costi”
5 luglio 2002 - IL NUOVO - Lo spot della discordia
5 luglio 2002 – AVVENIRE - Spot sull’Alzheimer divide i politici
5 luglio 2002 - IL MANIFESTO - Malati censurati
5 luglio 2002 – LIBERO - Polemiche per spot
5 luglio 2002 - L’Aima in polemica per lo spot censurato –
Marco Alfieri
5 luglio 2002 – LIBERAZIONE - Ma l’Alzheimer è di sinistra?
– Tonino Bucci
5 luglio 2002 - IL GIORNO - “Quello spot è fazioso”
La Cdl impallina Tornatore
5 luglio 2002 - LA STAMPA - L’associazione dei malati scrive a Pera
e Casini
5 luglio 2002 - CORRIERE DELLA SERA - Spot di Tornatore, i parlamentari
si dividono
5 luglio 2002 - ITALIA OGGI - Aima, il coraggio dei piccoli – Claudio
Plazzotta
5 luglio 2002 - ITALIA OGGI - Poche regole sulle pubblicità sociali.
Ma le tv possono scegliere – Federico Unnia
5 luglio 2002 - PUNTO COM - Scandaloso spot. Ma a che serve?
5 luglio 2002 - IL FOGLIO QUOTIDIANO - Piccola Posta
7 luglio 2002 - IL NUOVO - Polemiche sullo spot di Tornatore
8 luglio 2002 – ADNKRONOS - Tornatore: Baldassarre, Non ho visto
lo spot
8 luglio 2002 – ANSA - Spot Alzheimer: Baldassarre, rifiuto non
deciso dal CDA
8 luglio 2002 - FUORI RADIO.COM - Rai e Mediaset oscurano lo spot dell’A.I.M.A.
8 luglio 2002 - CLARENCE.COM - Scarica lo spot censurato!
10 luglio 2002 - REPUBBLICA.IT - Alzheimer nell’indifferenza solo
uno spot – Barbara Savorani
15 luglio 2002 – PUBBLICO - Da Hitler a Tornatore, il no profit
fa scandalo
16 luglio 2002 - LA REPUBBLICA - Telenorba “sdogana” lo spot
di Tornatore – Cristina Zagaria
16 luglio 2002 – HOTSPOT - Malattie e provocazioni – Aldo
Grasso
23 luglio 2002 - ITALIA OGGI - Spot sull’Alzheimer fa ancora discutere
25 luglio 2002 - TV SETTE, CORRIERE DELLA SERA - Lo spot sull’Alzheimer
31 luglio 2002 - MEDIA.DAGOSPIA.COM - Rai e Mediaset unite contro l’Alzheimer
13 agosto 2002 – L'ESPRESSO – L’ammalato può
attendere – Oreste Del Buono
24 ottobre 2002 – COMUNE.ROMA.IT – Lo spot tv dell’Associazione
Italiana Alzheimer
Segreteria Nazionale
via Varazze 6 - 20149 Milano
Tel. 02/89406254 • Fax 02/89404192
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